Il Contadino e l’Aquila | Esopo | Favole Bambini

Il Contadino e l’Aquila

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Un Contadino, tornando a casa dal lavoro nei campi, notò da lontano qualcosa di grosso e scuro che si dibatteva in mezzo all’erba lungo il margine della strada.

Avvicinandosi si accorse che si trattava di un’Aquila presa al laccio.

“Povera te, cosa ti hanno fatto!” — esclamò impietosito. — “Non posso vedere un bell’esemplare, nobile come te, soffrire in questo modo. Tu sei fatta per essere libera e dominare dall’alto e ora ti voglio accontentare.”

Così dicendo, liberò l’Aquila dal laccio e la lasciò andare verso il cielo azzurro!

I giorno seguente il Contadino stava riposando su un tronchetto appoggiato a un muro pieno di crepe. Era tanto caldo che l’uomo si era avvolto la testa con un fazzoletto inzuppato d’acqua fresca.

Arrivò sopra di lui l’Aquila e con gli artigli, delicatamente senza graffiarlo, gli strappò questa specie di fascia umida e riprese il volo.

Il Contadino, indispettito, le corse dietro gridando:

“Che cosa ti salta in mente? Ridammi il mio fazzoletto!”

L’ Aquila, dopo averlo fatto correre ancora per un pezzetto, glielo buttò giĂą.

II Contadino lo raccolse, se lo rimise attorno alla testa e commentando fra sĂ© la stranezza di quel gesto, che aveva tutta l’apparenza di un dispetto o di uno scherzo, tornò indietro.

Quale non fu la sua sorpresa quando arrivando non riconobbe quasi il suo posto di riposo! Invece del muro c’era un ammasso di macerie in una nuvola di polvere.

Così capì che l’Aquila, guidata da un sesto senso, prevedendo il pericolo che incombeva sul suo benefattore aveva cercato di salvarlo.

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